Lasciata l’Isola di San Pietro, inizia un viaggio suggestivo, in una Sardegna insolita. Dimenticatevi le immagini da cartolina: superata a destra la lunga spiaggia di Funtanamare, la lingua di sabbia lascia s’inerpica in una parete rocciosa a picco sul mare, sormontata da ginepri piegati dal maestrale. Incastonato, un portale in pietra: è l’antico sbocco alle miniere di Porto Flavia, che in passato diedero lavoro e ricchezza all’intero Sulcis Iglesiente. L’attività estrattiva è ormai ferma, non il fascino della zona. Gli scogli del Pan di Zucchero, dal fondale profondo e sabbioso, sono un piacevole intermezzo nel viaggio verso nord. Una sosta al fiordo di Cala Domestica è d’obbligo, come pure a Buggerru (solo quando lo strato di sabbia che ne ostruisce il porto verrà finalmente dragato).
La Costa Verde (www.lacostaverde.it) così chiamata per il colore della vegetazione che spezza le chiare scogliere, termina con Arbus e sfocia nell’Oristanese. Stagni, fenicotteri a vista, ottimi muggini arrosto sono il contorno all’arrivo a Tharros, con l’omonimo sito archeologico fenicio a fare da splendida scenografia.